giovedì 23 gennaio 2014



Sono David, vengo da Toulouse e sono arrivato in Italia sette anni fa.

In Francia vivevo con i miei genitori e lavoravo come barista in un pub, ma quello che a me piaceva di più era la cucina, il mio sogno era aprire un ristorante a Parigi. Otto anni fa, mio padre mi pagò un corso di cucina a Parigi, eppure, non credevo che fosse così difficile trovare un lavoro interessante nel mio paese come cuoco. Viaggiare a Parigi è stato una bell’esperienza, soprattutto perché lì ho conosciuto Carla, italiana, di Bologna, che finiva i suoi studi all’università e ci siamo sposati un anno dopo.

Nel 2006, già sposati, abbiamo deciso di trasferirci in Italia, a Bologna, dove lei aveva trovato un lavoro come traduttrice ed io ho cominciato a lavorare come cameriere prima, ed ora come cuoco in un ristorante francese della città.

Grazie alla famiglia di Carla non abbiamo avuto problemi per affittare un appartamento, ma siccome ora c’è Alessandra (la nostra bella bambina di soltanto 6 mesi) dobbiamo cercare un altro più spazioso.

Ora ho 33 anni, per fortuna non ho avuto problemi con la residenza né con il permesso di lavoro (vantaggi che abbiamo gli europei), soltanto mi manca fare il riconoscimento del titolo accademico. 

Penso che integrarsi nella cultura italiana non sia un problema per me, mi piace il carattere di questa gente, così aperta e simpatica. E non mi manca la mia famiglia perché viene due volte all’anno in Italia e noi andiamo a Toulouse ogni Natale.

Il mio desidero sarebbe aprire il mio proprio ristorante francese a Bologna… magari, sarebbe magnifico!

La mia esperienza come immigrante è stata così buona, devo dire che non succede sempre così. Al ristorante ho conosciuto altri immigranti, non europei, che hanno avuto più problemi di me.

Marta Sigüenza González

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